Permessi legge 104 a scuola: cos’è e cosa prevede
La Legge 104/1992, conosciuta anche come legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità, è una normativa fondamentale che tutela il diritto all’inclusione. Nel mondo della scuola, garantisce al personale docente e ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) la possibilità di assistere familiari disabili gravi con appositi permessi retribuiti mensili.
Chi può usufruire dei permessi 104 nella scuola?
Nel 2025, hanno diritto a usufruire dei permessi previsti dalla legge 104:
- Docenti e personale ATA con contratto a tempo indeterminato o determinato.
- Lavoratori con familiari con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/1992.
- La persona con disabilità stessa, se lavoratore.
Tre giorni di permesso retribuito: come funziona
Il diritto consiste in 3 giorni di permesso retribuito al mese, coperti da contribuzione figurativa e validi per ferie, tredicesima e anzianità di servizio. I permessi possono essere fruiti:
- In forma giornaliera: 3 giornate intere al mese.
- In forma oraria:
- 2 ore al giorno se il turno lavorativo è di almeno 6 ore.
- 1 ora al giorno se l’orario è inferiore a 6 ore.
Permessi 104 e orario di lavoro: attenzione al ruolo
Per il personale ATA, la fruizione oraria dei permessi è prevista nel CCNL.
Per il personale docente, sebbene non espressamente indicato nel contratto, recenti sentenze e orientamenti ministeriali ne ammettono la fruizione anche a ore, con la dovuta programmazione.
Eliminazione del referente unico: cosa cambia dal 2023
Una delle novità più rilevanti introdotte dal Decreto Legislativo n. 105/2022, in vigore da agosto 2022, è l’abolizione del referente unico per l’assistenza.
Ciò significa che:
- Più familiari possono alternarsi nel prestare assistenza alla stessa persona disabile.
- È possibile dividersi i permessi mensili, purché non si superi il totale previsto dalla legge.
Chi può assistere un familiare disabile
Hanno diritto a richiedere i permessi per assistere un disabile:
- Il coniuge o la parte dell’unione civile.
- I conviventi di fatto.
- I parenti o affini fino al 2° grado.
- I parenti fino al 3° grado, in caso di assenza o impedimento degli aventi diritto di grado superiore (per patologie, età superiore ai 65 anni, decesso).
Permessi e ricovero del disabile: attenzione alle regole
I permessi non possono essere fruiti se la persona con disabilità è ricoverata a tempo pieno in una struttura pubblica o privata, salvo:
- Interruzione temporanea del ricovero (es. fine settimana).
- Dimissione temporanea per visite mediche o cure domiciliari.
Programmazione e richiesta dei giorni di permesso
Il dipendente scolastico deve:
- Comunicare i giorni di permesso all’inizio di ogni mese.
- In caso di emergenza, presentare richiesta entro le 24 ore precedenti o comunque prima dell’inizio del turno.
Permessi e giorni festivi: come si calcolano?
L’ARAN ha chiarito che i permessi sono riferiti a giorni lavorativi. Quindi:
- I giorni festivi o non lavorativi non si conteggiano nel computo dei tre giorni di permesso.
- È possibile richiedere due giorni consecutivi anche se tra essi cade una festività.
Compatibilità con altri istituti contrattuali
Non è consentito sommare in modo continuativo:
- Ferie
- Riposi compensativi
- Permessi Legge 104
Questi istituti vanno fruiti in modo distinto per evitare sovrapposizioni che potrebbero invalidare i permessi.
Controlli e sanzioni: cosa si rischia in caso di abuso
La Corte di Cassazione ha ribadito che un uso scorretto dei permessi (ad esempio, per attività non inerenti l’assistenza o durante il ricovero del disabile) può portare a:
- Sanzioni disciplinari
- Licenziamento per giusta causa
- Recupero delle somme indebitamente percepite
I permessi Legge 104 per il personale scolastico sono uno strumento fondamentale per garantire il diritto all’assistenza familiare senza rinunciare al lavoro. Tuttavia, è essenziale rispettare le regole di fruizione, comunicazione e documentazione per evitare abusi e conseguenze disciplinari.
Conoscere i propri diritti è il primo passo per un’assistenza equa, etica e sostenibile.