La tragica vicenda di Nicolò Caronia, ex poliziotto, morto dopo due mesi di agonia
Una semplice richiesta di caffè si trasforma in tragedia
Nicolò Caronia, 94 anni, ex poliziotto in pensione, è morto il 27 agosto 2024 dopo oltre due mesi di ricovero all’ospedale San Camillo di Roma. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime in seguito a una violenta aggressione avvenuta il 2 giugno scorso nel suo appartamento situato nel quartiere Portuense. A colpirlo brutalmente, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato il suo badante, Nawela Kevinda, un cittadino dello Sri Lanka di 31 anni assunto solo il giorno precedente.
La miccia della furia sarebbe stata accesa da una banale richiesta dell’anziano: un caffè. Secondo la ricostruzione dei carabinieri e della procura di Roma, il badante, in evidente stato di alterazione alcolica, avrebbe reagito con estrema violenza, colpendo Caronia con pugni, calci e gomitate fino a lasciarlo esanime.
Assunto da un solo giorno, già protagonista di violenza
L’assunzione di Nawela Kevinda era avvenuta in prova appena 24 ore prima dell’aggressione. Il figlio di Nicolò Caronia, non riuscendo a contattare il padre telefonicamente, ha dato l’allarme. Quando i carabinieri sono giunti nell’appartamento, hanno trovato il badante ubriaco e l’anziano gravemente ferito.
Le indagini hanno svelato che, oltre alla presunta banale richiesta di un caffè, a scatenare la furia del badante ci sarebbe stato anche un forte risentimento verso le forze dell’ordine, ritenute da lui responsabili del mancato rinnovo del permesso di soggiorno. Vedendo nell’ex poliziotto un simbolo dell’istituzione, avrebbe riversato su di lui la sua rabbia.
Il decesso e il cambio dell’accusa: da tentato omicidio a omicidio volontario
Inizialmente arrestato con l’accusa di tentato omicidio, il badante ha visto aggravarsi drasticamente la sua posizione dopo la morte di Caronia. Il decesso ha trasformato l’ipotesi di reato in omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, un’accusa ben più grave, che ha spinto la procura di Roma a chiedere il rinvio a giudizio.
Durante l’udienza preliminare, l’imputato ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, ma il giudice per l’udienza preliminare (gup) ha respinto la richiesta. La prossima settimana verrà decisa la data del processo.
Il caso di Nicolò Caronia solleva importanti interrogativi sulla tutela delle persone anziane e fragili, in particolare quando affidate a personale sconosciuto e non ancora formato. La rapidità con cui si è consumata questa tragedia – in appena 24 ore dall’assunzione – richiama l’urgenza di criteri più rigorosi per la selezione, formazione e verifica dei caregiver, ma anche la necessità di supportare le famiglie nelle scelte delicate legate all’assistenza domiciliare.